di e con Francesca Fini
cyber gloves by Bionica4Dummies (Fini & Trimarchi)
"To be or not to be?" La domanda è fatta remixando le parole di Sir Laurence Olivier, nel suo Amleto, e mescolandole a quelle di una delle tante star di youtube che sfogano le loro ansie al popolo della rete. La domanda è sempre la stessa, eterna, ma acquista significati del tutto nuovi. Essere o non essere significa qui decidere di esistere nel reale o nel virtuale. Nel virtuale si esiste solo "uccidendo" la propria esistenza reale, soffocandola fino a trasformarla in un mero apparato che trasporta i sogni e le fantasie del proprio avatar. Si acquista una strana forma di vita eterna, di potenza sconfinata e minuscola allo stesso tempo. "Se io fossi piccolo come il grande Oceano....", recita Carmelo Bene. E l'amletico teschio diventa un pacchetto di informazioni digitali.
Nella performance gli strumenti più volgari alla base dell'interaction design e del digital entertainment vengono sottratti alla bulimia di stimolanti virtuali della generazione second life e inseriti all'interno di una visione estetica tradizionale che attribuisce loro significati assolutamente nuovi e unificanti.
Tecnicamente la performance ha previsto l'utilizzo di una webcam collegata ad un software che registra in tempo reale i miei movimenti associandoli a dei suoni e trasformando il mio corpo in un sintetizzatore. Nello stesso tempo la mia immagine, proiettata dal vivo sullo schermo alle mie spalle, interagisce con elementi grafici 3d in modo da ottenere una sorta di realtà aumentata. Il concept alla base della performance è il desiderio di creare una sorta di cortocircuito che contamina e morpha tra loro i due linguaggi apparentemente più lontani del mondo, Shakespeare e un videogame. Così l'onanismo autoreferenziale della playstation diventa spettacolo pubblico, mentre l'estetica rituale del teatro si decompone nella psichedelia del videogame.
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